Dopo 28 anni l’Argentina alza al cielo la Copa America, Messi&Co scrivono il loro nome nella storia dell’albiceleste battendo il Brasile al Maracanà.
Scende in campo la rivalità del calcio, la rivalità del Sudamerica, Pelè contro Maradona ora Neymar contro Messi passando da un’infinità di campioni. La Copa America è il torneo in cui le grandi stelle dovrebbero travolgere come tornadi tutto ciò che c’è in campo grazie al loro talento, ma se poi la si analizza da vicino né Maradona, né Pelé, né Garrincha, né Zico o Neymar sono mai riusciti ad alzare al cielo questa coppa, che in fondo sembra maledetta per le grandi stelle del Futebol. l’Argentina ha vinto l’ultima edizione 26 anni fa, il Brasile lo ha fatto nel 2007. Oggi, ancora una volta, le stelle non brillano. Neymar e Messi si spengono come scintille nel mare. È Angel Di Maria a scrivere il proprio nome nella storia della Copa America, nella storia dell’Argentina contro gli eterni rivali abbattendo la fortezza verdeoro in grado di vincere 44 sulle 46 partite in Copa America giocate in casa.
In un Maracanà semivuoto, senza quel tifo caloroso e coinvolgente tipico del Sudamerica, dove il calcio è vita e la vita è calcio. Oggi a causa del covid erano presenti circa ottomila fortunati allo stadio ma tutto il mondo ha puntato gli occhi in questo super classico del pallone e l’Argentina vince in casa dei brasiliani, successo storico, il primo dal 1998.
La posta in palio è elevatissima e la tensione è palpabile fin dai primi minuti, entrambe le squadre non risparmiano interventi duri dando una gran da fare all’arbitro uruguaiano Ostojich. I pantaloncini di Neymar sono la prima vittima del match, che quando non viene fermato con le buone, viene fermato con le cattive. Diverse volte si è sfiorata la rissa e l’arbitro ha avuto un gran da fare per evitare che la partita finisse in un pessimo esempio di antisportività.
L’Argentina porta a casa la finale alla prima occasione, una grande intuizione di Rodrigo De Paul mette in moto Di Maria con un passaggio lungo a scavalcare la difesa. L’attaccante del PSG si inserisce sfruttando un grave errore di valutazione di Thiago Silva e Renan Lodi. A tu per tu con Ederson el Fideo sceglie la via dello scavetto e porta l’Albiceleste sul tetto d’America.
Il Brasile buca il primo tempo uscendo dai riflettori e totalizzando uno sterile possesso palla contro una scaltra Argentina ben posizionata e letale nelle verticalizzazioni e nelle ripartenze. Nel secondo tempo saltano tutti gli schemi, il Brasile ci prova con tutte le sue forze. Vani i tentativi dei Pentacampioni, che si svegliano troppo tardi e non riescono a riacciuffare la finale.
L’Argentina torna ad alzare al cielo un trofeo dopo 28 lunghi anni, in una partita di Copa America che per l’ennesima volta non viene scritta dalle stelle Neymar e Messi, ma da Angel Di Maria che non segnava in Nazionale da tre anni, non male la scelta di tempo per riprendere a farlo.
Questa è la prima partita giocata dall’Argentina al Maracanà, la prima finale dopo l’addio di Diego Armando Maradona. Inevitabilmente il pensiero di tutti gli argentini va al Pibe De Oro, che in questo momento festeggia con tutta la sua Nazione.
LA PARTITA
È iniziata la finale di Copa America 2021 tra Argentina e Brasile, il più lustre scontro sudamericano. Dopo solo tre minuti arriva il primo giallo, da monito, della gara. Fred entra duramente su Montiel. L’Argentina imposta la fase offensiva con un recupero palla repentino e tentativi immediati di innescare Messi e Lautaro, difesa Brasiliana attenta. Il primo squillo arriva dalla Seleção con Richarlison che fornisce un’ottima sponda a Neymar, il numero dieci brasiliano schiaccia troppo la conclusione rendendo il pallone una facile presa per Martinez. La partita, nonostante il giallo in avvio dell’arbitro Ostojich, è decisamente dura sotto il punto di vista degli interventi. Neymar difficile da arginare viene fermato con le buone e con le cattive tanto da rimediarsi uno strappo ai pantaloncini dopo neanche venti minuti di gioco. Al 22′ Di Maria regala un gol all’Argentina. Una palla lunga e velenosa di Rodrigo De Paul beffa la difesa brasiliana che si fa sorprendere. L’attaccante del PSG a tu per tu con Ederson sceglie la via dello scavetto e porta l’Albiceleste in vantaggio. L’Argentina dopo aver segnato il gol ha l’opportunità di giocare una partita più accorta, più chiusa e imposta bene la fase offensiva. Ancora una volta Angel Di Maria, al 29′ minuto, riceve la palla defilato, sterza rientrando sul sinistro e prova la conclusione da fuori area. Palla respinta dalla difesa brasiliana. Ancora la formazione Albiceleste pericolosa, la difesa argentina dopo aver bloccato Neymar fa ripartire la fase offensiva. Messi intraprende la soluzione personale, salta secco Marquinhos e calcia con il mancino dai trenta metri, la sua conclusione si spegne al lato. Il Brasile cerca la reazione d’orgoglio, Paredes lo aggancia e blocca l’incursione del 10 verdeoro, giallo inevitabile. Sul pallone va O Ney ma la sua conclusione si schianta contro la barriera. I brasiliani mantengono il possesso palla e provano a rendersi pericolosi al 42′ minuto, Everton riceve il pallone, si gira e calcia in un lampo. Il tiro viene sporcato e facilmente parato da Martinez. Ottima partita difensiva dell’Argentina. Brasile dopo un bell’inizio è uscito dai riflettori non trovando meccanismi per impensierire la difesa biancoceleste. Al Maracanà termina un primo tempo primo di grandi emozioni tra Argentina e Brasile. Gli albicelesti sono stati letali nelle verticalizzazioni, mentre i verdeoro in vantaggio sul piano del possesso palla senza però essere incisivi in fase offensivi.
Nel secondo tempo, esce Fred già ammonito ed entra l’attaccante del Liverpool Firmino, messaggio chiaro di Tite: vincere non è un’opzione. Il Brasile inizia il secondo tempo con una marcia diversa cercando di rendersi più offensivo, Argentina ben posizionata in difesa che cerca di fulminare il Brasile in contropiede. Al 53′ minuto arriva la reazione del Brasile. Richarlison trova la rete del pareggio ma il gol non viene convalidato per fuorigioco. Un minuto dopo è ancora l’attaccante dell’Everton ad essere pericoloso. Grande botta di destro, Martinez si fa trovare pronto e respinge il pallone. L’Argentina applica un canovaccio tattico contro il Brasile che mantiene il possesso palla nella trequarti offensiva. Tanto antagonismo da parte delle squadre, azioni interrotte a quasi tutte le ripartenza. Brasiliani che pressano con tutti gli effettivi quando non hanno il possesso palla. L’Argentina batte un colpo, Lionel Messi, appoggia per Rodriguez che spara il pallone in tribuna. A Seleção che risponde prontamente. Accelerazione di Neymar che con un filtrante serve Paquetà, la girata dell’ex rossonero finisce sul fondo. Si sveglia il Brasile, al 83′ minuto una granone azione di Vinicius JR che mette in moto il subentrato Gabigol, diagonale deviato in angolo. 87′ minuto ancora l’ex Inter dallo sviluppo di un calcio di punizione battuto da Neymar in sforbiciata prova la giocata calciando sui guantoni di Martinez che devia in calcio d’angolo. A un minuto dalla fine Messi ha il matchpoint tra i piedi, servito al bacio da un ottimo De Paul, davanti a Ederson scivola e manca il dribbling. Finisce la partita. Argentina campione d’America.
IL TABELLINO: ARGENTINA-BRASILE 1-0
RETI: 22′ Di Maria
ARGENTINA (4-3-3): Martinez, Montiel, Romero (79′ Pezzella), Otamendi, Acuna; De Paul, Paredes (54′ Guido Rodriguez), Lo Celso (63′ Tagliafico); Messi, Lautaro Martinez (79′ Nico Gonzalez), Di Maria (79′ Palacios). A disposizione: Marchesin, Armani, Tagliafico, Lisandro Martinez, Molina, Pezzella, Guido Rodriguez, Palacios, Gomez, Correa, Aguer, Nico Gonazalez. Allenatore: Scaloni
BRASILE (4-2-3-1): Ederson; Danilo, Marquinhos, Thiago Silva, Renan Lodi (76′ Emerson Royal); Casemiro, Fred (46′ Firmino); Everton Ribeiro (63′ Vinicius), Paquetà (76′ Gabriel Barbosa), Richarlison; Neymar. A disposizione: Weverton, Alisson, Emerson Royal, Militao, Alex Sandro, Ortiz, Fabinho, Douglas Luiz, Vinicius, Gabriel Barbosa, Firmino. Allenatore: Tite
AMMONIZIONI: Fred, Renan Lodi, Paquetà, Marquinhos (B), Paredes, Lo Celso, De Paul, Otamendi, Montiel (A)
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